‘Mamma, papà mi sono innamorata di una
ragazza’. Una frase così breve e semplice ma così
difficile da pronunciare ad alta voce per molte/i
ragazze/i. Resta così sospesa, quasi come se non
avesse il diritto di essere pensata e nemmeno
sentita.
Chi/Cosa ci impedisce di pronunciare queste
semplici parole? Chi/cosa ci nega il diritto di
essere ciò che veramente siamo? Perché ci
autocensuriamo? Secondo il modello del Minority
Stress (Meyer, 1995), le persone che
appartengono ad una minoranza (come gli
omosessuali) subiscono ogni giorno, nella società
in cui vivono, episodi di discriminazione di piccolo
taglio ma dal grande impatto emotivo. Epiteti
offensivi rivolti a uomini e donne omosessuali,
comportamenti di ostracismo ed esclusione ecc.,
inducono la persona ad inossare uno stigma e ad
aspettarsi di subire costantemente tali
comportamenti discriminatori. Al fine di evitare
tali episodi, il soggetto manterrà alta la propria
vigilanza sull’ambiente nella speranza di cogliere
gli antecedenti che ne precedono la messa in
atto. Tenderanno a nascondere la propria
identità, a negare sé stessi e ad evitare di
esprimere interessi e/o mettere in atto
comportamenti ritenuti non conformi al proprio
genere, al fine di proteggersi da danni psicologici
o fisici.
Secondo il modello di Meyer, l’esito ultimo di
questi processi è l’interiorizzazione dell’omofobia
da parte del soggetto discriminato. Essa può
essere più o meno consapevole ma in ogni caso la
persona fa propri pensieri, pregiudizi,
atteggiamenti discriminatori e sentimenti negativi
che la società nutre verso l’omosessualità.
Assistiamo così ad un paradosso: l’omosessuale
che discrimina gli omosessuali. Tuttavia, ciò che
questo comportamento paradossale sottende, è
una grande sofferenza che ha un impatto
enormemente dannoso sul benessere e sulla
salute mentale della persona. L’omofobia
interiorizzata infatti incide direttamente
sull’immagine di sé e sulle strategie di coping,
riducendo anche la resilienza che è necessaria per
fronteggiare gli eventi negativi della vita di tutti i
giorni.
La persona si sente sbagliata con conseguente
sviluppo di bassa autostima, difficoltà relazionali,
isolamento e autoesclusione sociale, sensi di
colpa e vergogna che possono esitare in sintomi
di tipo depressivo o ansioso e all’estremo, in
pensieri suicidari e attività ad alto rischio (ad
esempio, sesso non protetto o abuso di alcool e
sostanze stupefacenti). Una rassegna di studi di
Livingstone & Boyd (2010) ha mostrato le forti
relazioni negative tra l’omofobia interiorizzata e
diverse variabili psicologiche, nonché diversi
sintomi psichiatrici. Tra le variabili psicologiche, è
stato rilevato che ad alti livelli di omofobia
interiorizzata si associano bassi livelli di
autostima, di speranza, senso di autoefficacia,
bassa qualità della vita e di supporto sociale
percepito. Per quanto riguarda le variabili
psichiatriche, la review di studi ha evidenziato
una relazione negativa tra omofobia interiorizzata
e severità di sintomi psichiatrici, in particolare
sintomi depressivi e ansiosi, nonché con
l’aderenza agli specifici trattamenti di tali
disturbi. Una ricerca italiana di Baiocco et al.
(2014), condotta su partecipanti italiani e
spagnoli, ha riscontrato anche come l’omofobia
interiorizzata giochi un importante ruolo
sull’ideazione suicidaria delle persone LGBT
rispetto alle persone eterosessuali.
La psicoterapia può aiutare a vedere i pregiudizi
che il soggetto ha metabolizzato nel corso della
propria esistenza e che possono condizionare i
suoi pensieri e le sue scelte. È un bisogno umano
quello di sentirsi riconosciuti dagli altri ma
quando tale riconoscimento non ci viene
concesso, negare ciò che siamo solo per
corrispondere a ciò che gli altri vorrebbero che
fossimo porta a grandi sofferenze. In tal senso la
psicoterapia può aiutare a riconoscersi e a non
provare più vergogna per ciò che siamo,
restituendoci il diritto naturale di sentire e dire
‘Mamma, papà, mi sono innamorata di una
ragazza’.
Riferimenti bibliografici
Baiocco, R., Ioverno, S., Cerutti, R., Santamaria, F., Fontanesi, L., Lingiardi, V., … & Laghi, F. (2014). Suicidal
ideation in Spanish and Italian lesbian and gay young adults: The role of internalized sexual stigma. Psicothema,
26(4), 490-496.
Livingston, J. D., & Boyd, J. E. (2010). Correlates and consequences of internalized stigma for people living with
mental illness: A systematic review and meta-analysis. Social science & medicine, 71(12), 2150-2161.
Meyer, I. H. (1995). Minority stress and mental health in gay men. Journal of Health and Social Behavior, 38-56.